venerdì 25 marzo 2011

immortalare lo spirito

Riuscire a fotografare l'essenza delle cose prima ancora della sua immagine. E' possibile?
Il mio maestro di ritratto tirò fuori quest'immagine di Marilyn e chiese a noi tutti cosa esprimesse questa fotografia di Avedon:



L'espressione di Marilyn è unica. Il momento scelto dal maestro è esattamente quello in cui Marilyn è distratta, assorta, forse stanca, il momento in cui non si era accorta di essere ancora inquadrata dal suo obiettivo. E su decine di scatti effettuati in quella session è stata scelta questa, come rappresentativa della diva secondo l'idea di Avedon. Perchè?
Marilyn, lo sappiamo, era un'icona e come tale era sempre davanti ad obiettivi, luci e riflettori. Ma raramente, la si era vista in un'espressione del genere, un'espressione umana, da donna, fragile, comune, come molte. Avedon è riuscito nell'impresa: immortalare la diva per eccellenza e rappresentarla in modo del tutto avulso da ciò che Marilyn stessa rappresentava. E la fotografia di Avedon è diventata celebre, se non quanto, almeno quasi la diva stessa. Possiamo solo guardare e imparare. Imparare a fotografare l'anima.

3 commenti:

  1. Sono d'accordo con quanto dici, ma pochi giorni fa ho sentito Scianna affermare, a proposito del suo ritratto a Leonardo Sciascia, che il ritratto c'è solo quando il soggetto sa d'essere fotografato. Sono ancora indeciso sulla posizione da prendere, però forse in questo caso Avedon s'è avvicinato più al reportage che al ritratto.

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  2. Sono due punti di vista molto diversi. Personalmente apprezzo la "modalità" Avedon. A metà tra il ritratto e il reportagistico. Più che altro la capacità di accorgersi di un momento che avverrà un secondo dopo. o fare in modo che esso avvenga, veicolarlo, in un certo senso. E' una grande capacità che pochi riescono ad ottenere. E per quanto stimi e apprezzi Scianna, mi sembra un'affermazione di comodo, la sua.

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  3. Secondo me dipende anche da che tipo di ritratto uno desidera realizzare. A mio avviso ritratto è solo un'etichetta; ciò che osserviamo sono immagini, e a mio personalissimo avviso òe immagini si dividono in due tipi: quelle che ci comunicano qualcosa, e quelle che non ci comunicano qualcosa; e in questo mi piace sottolineare la soggettività dell'azione :)
    Comunque apprezzo moltissimo anch'io più la modalità "Avedon" (come hai detto tu Giovanni :)) trovo affascinante la capacità di percepire un'attimo prima ciò che succederà, e riuscire a coglierla con il proprio strumento.

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